10.06.2011 22:30

Francesco Tadini FRIPLOT: perché questa parola?

Friplot è slang americano. Letteralmente significa: ultimo segmento di un rotolo di carta igienica, incollato al cilindro interno.

Questo blog è dedicato a tutti quelli che si sentono – o si sono sentiti – FRIPLOT. Come me. Come Francesco Tadini.

Ciò che puntualizzo negli articoli non ha lo scopo di mitigare la pena che sto vivendo, ne’ di prendere posizione sulla giustizia o sui pm. Difendo l’indipendenza istituzionale della magistratura. Mi batterei per tale principio.

Detto questo, ritengo di essere stato “sbattuto in prima pagina” in una campagna “giornalistica” che mi ha dipinto, ingiustamente, come un mostro.

E' stato raffigurato, per fare solo uno dei tanti esempi,  un personaggio che "torturava bambini", come titola un servizio televisivo di Elena Redaelli  (lo si può - ahimé - trovare on line perché la giornalista, non paga del suo "massacro" in televisione, lo ha ripubblicato sul suo canale web TVBoomerang)...

Oltre a essere stato massacrato io (e non sto parlando del processo: rispetto i giudici, come ho già rimarcato), è stata massacrata la mia famiglia. Mio fratello Michele Tadini è stato confuso in Internet con me e si è anche visto "affibbiare" foto che lo ritraevano come indagato...  E oltre ad aver indirettamente coinvolto anche Michele Tadini, non è stata rispettata nemmeno la memoria di mio padre, Emilio Tadini, che ho visto continuamente citato sui giornali, in quanto noto artista e scrittore. ...Pur di ingigantire - distorcendola e diffamando - la notizia. E' stata pubblicata anche la foto che ritraeva tutta la famiglia: Francesco, Antonia e Michele Tadini al giorno dei funerali di Emilio presso l'Accademia di Belle Arti di Milano, come fosse una foto di cronaca....

Friplot contiene esempi di quello che chiamo giornalismo rapido. Non  contro l’informazione, ma contro una "moda"– frequente – che porta alcuni a non verificare ciò che si scrive. Un giornalista (ma pure un pubblicista, come qualunque persona che racconti al mondo, utilizzando internet, dei “fatti”,  dovrebbe – senza troppa fatica – fare un paio di telefonate per capire e confrontare. Potrebbe anche, come si faceva in altri tempi nei giornali e come fa tuttora qualche superstite, avviare una vera inchiesta. Ma ciò comporta uno sforzo e, soprattutto, un dispendio economico che non è paragonabile ai pochi soldi che vengono pagati dalle agenzie, dai giornali, dalle riviste…

E’ scoraggiante, ma i cronisti stessi si rendono conto di non poter fare il proprio lavoro come potrebbe essere fatto. Internet, poi,  è diventato, come sappiamo tutti, LA FONTE. E sul web, poi, vale tutto. C’è una notizia? La ricamo. C’è un’indiscrezione? E’ cosa certa. C’è una frase ricavata da un’intercettazione telefonica? Sarà sicuramente il senso delle conversazioni per intero che il Tizio ha intrattenuto con Caio. La persona di cui si parla ha un nome che in scala di importanza pubblica da 1 a 10 vale 2? Facciamolo diventare famoso, così la news diventerà uno scoop.  Eccetera.

 

Friplot parte con il caso di Francesco Tadini, ma  darà spazio a storie e stati d’animo di chi vuole essere ascoltato e non trova orecchie, di chi non ha quasi  più lacrime da piangere e si vuole confrontare… 

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